Ratzinger
e Napolitano. (212)
Vecchiaie
diverse.
Vecchi di terza fascia. Uno,
Joseph Ratzinger, papa. L'altro Giorgio Napolitano, presidente
d'Italia.
Ratzinger sceglie di dimettersi da papa. Inaudito.
Mai nessuno, prima di lui. Stanchezza, malattia, età avanzata. Non
ce la fa più a governare. O forse anche solo a sopportare il ritmo
quotidiano di una carica così importante. Forse gli intrighi di
palazzo lo hanno logorato.
Qui non ha importanza la ragione vera.
Importa il simbolo.
In
età molto avanzata passa la mano. Il vecchio prende atto con
realismo che ogni età ha i suoi limiti.
Il
vecchio soggiace alla sua vecchiaia, si potrebbe dire.
Ma
anche il vecchio vive fino in fondo la sua età. E si ritira.
Un
gran bell'esempio per tutti noi anziani, suoi colleghi.
Invece
Napolitano sta bene. Ha guidato il paese negli ultimi anni. E'
anziano, ma lucido.
Ha gestito un grande potere, piegando le
situazioni alle sue intenzioni. Ha finito il mandato. Dichiara che
non si ricandiderà. Improprio, in Italia. E' vecchio. Potrebbe
morire entro breve tempo.
Poi
il colpo di scena. La situazione politica italiana non si sblocca.
Gli chiedono tutti di restare. E lui accetta. Contro la sua volontà
precedente. Ma convinto così di salvare una situazione difficile.
Brutto
esempio. Un vecchio non può mai pensare di essere insostituibile.
Altrimenti chi gli sopravvive (la società) non si affrancherà mai
dalla tutela di un padre. Mentre è assolutamente necessario che
faccia senza di lui.
Perchè
dovrà fare senza di lui a brevissimo termine.
Anche
un bambino capirebbe...
Brutto
esempio per noi, suoi colleghi d'età. Perchè non vive la sua
vecchiaia da vecchio. La vive da presidente.
E'
moribondo. Ma agisce da giovane. Ignora vecchiaia e morte.
Un
gran brutto esempio.
(L'indice
per argomenti dei primi 200 scritti di questo diario, si trovano al
numero 202)
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