La
verità. (213)
Ieri
ho espresso giudizi su due personaggi che entreranno nella storia.
Giudizi netti.
"Chi
sei tu per farlo? Tu certo nella storia..."
Vero.
Ma la vecchiaia comporta di essere radicali. Invita a essere radicali.
Se non ora quando?
"E
se sbagli?" Ecco: la vecchiaia ti lascia libero. Di dire cose
sbagliate. Non come bambini. Come saggi.
Hai
vissuto molto. Puoi parlare. Devi parlare. Ci si aspetta che tu dia
giudizi, valutazioni, opinioni. Non importa se parziali. Se
unilaterali.
L'importante
è che il vecchio dichiari la relatività di ciò che dice. La
provvisorietà delle sue parole. Di tutte le parole che si sentono in
giro. Se vuole essere utile.
Nei
tanti anni che ha vissuto, il vecchio ha visto grandi idee
tramontare, altre affacciarsi.
Sa che quasi tutto è relativo.
Il
vecchio sa che la verità è figlia del tempo (come
diceva il filosofo).
(L'indice
per argomenti dei primi 200 scritti di questo diario, si trovano al
numero 202)
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