25 aprile 2013

La verità. (213)
Ieri ho espresso giudizi su due personaggi che entreranno nella storia. Giudizi netti.
"Chi sei tu per farlo? Tu certo nella storia..."
Vero. Ma la vecchiaia comporta di essere radicali. Invita a essere radicali. 
Se non ora quando?
"E se sbagli?" Ecco: la vecchiaia ti lascia libero. Di dire cose sbagliate. Non come bambini. Come saggi.
Hai vissuto molto. Puoi parlare. Devi parlare. Ci si aspetta che tu dia giudizi, valutazioni, opinioni. Non importa se parziali. Se unilaterali.
L'importante è che il vecchio dichiari la relatività di ciò che dice. La provvisorietà delle sue parole. Di tutte le parole che si sentono in giro. Se vuole essere utile.
Nei tanti anni che ha vissuto, il vecchio ha visto grandi idee tramontare, altre affacciarsi. 
Sa che quasi tutto è relativo.
Il vecchio sa che la verità è figlia del tempo (come diceva il filosofo).

(L'indice per argomenti dei primi 200 scritti di questo diario, si trovano al numero 202)

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