18 aprile 2013

Condannati a morte. (206)
Ho visto un film su una donna condannata a morte, in America. L'esecuzione viene annullata poche ore prima della data stabilita. 
Mi è venuto in mente un parallelo.
Noi vecchi siamo dei condannati a morte. La data dell'esecuzione non è ancora stabilita. Ma siamo nel braccio della morte. Tipico di certe realtà degli Stati Uniti, in cui i detenuti possono stare mesi, o addirittura anni.
Sentirsi dire "condannato a morte" fa impressione. Non ci crediamo. Non riusciamo a identificare le due situazioni. Quella del recluso in attesa di esecuzione e quella del vecchio in attesa della morte. Perchè i vecchi sono liberi e non detenuti.
Ma che noi vecchi siamo condannati a morte è pura verità. Certo, anche quando nasce l'uomo è un condannato a morte, ma ci si immagina che la data dell'esecuzione sia lontana. Non ci si pensa.
Per noi vecchi la data dell'esecuzione è vicina. Non sappiamo il tipo di morte.
Ma è morte certa. A breve.
Adesso che ho 67 anni queste riflessioni sono curiose o provocatorie.
Chissà come sarà a 87.




(L'indice per argomenti dei primi 200 scritti di questo diario, si trovano al numero 202)

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