A
salti. (176) (altri: 109, 110, 150)
La
natura non fa salti. Lo diceva qualche filosofo del passato. Non so
se sia vero, scientificamente. La vecchiaia, invece, procede a
sbalzi. Non si diventa vecchi in modo progressivo e continuo. Vi sono
delle accelerazioni improvvise. A cui seguono periodi di stasi. Anzi
ai vecchi giovani, a volte, sembra di tornare indietro, verso
forze e lucidità maggiori.
Questo quadro non è veritiero del tutto. Occorre più precisione.
La vecchiaia occupa a pelle di leopardo la vita
dell'anziano. Le parti scure crescono progressivamente, ma
l'insorgere di una singola macchia avviene d'improvviso. A volte può
anche regredire. E' un'illusione. Poi torna. O ne compare un'altra di
altro tipo.
Detta
così, la situazione sembra disperante. Ma la disperazione ce
la mettiamo noi. Perchè vorremmo altro. Una vita lineare di
crescita delle nostre capacità. O almeno della loro conservazione.
La
realtà è diversa. La vita è una parabola.
E'
realistico tenerne conto. E' necessario tenerne conto.
Del
resto, soltanto attraverso la progressiva perdita di capacità, la
morte è meno traumatica. Se conservassimo tutte le energie, per
morire, per far morire un corpo nel pieno del vigore, sarebbe
necessaria una martellata in testa.
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