06 febbraio 2013

Il mio amico, ancora. (140)
Lo chiamo “il mio amico”, come da bambini, volutamente. Fra bambini l’amico è unico ed è sommamente importante. Sono felice di avere il mio amico, adesso che sono vecchio. E’ importante. Come per i bambini. In vecchiaia gli affetti si riducono. Si tengono solo quelli essenziali. I figli, il consorte, l’amico, il nipote piccolo. Ciascuno con specificità sue proprie, che non possono essere surrogate dagli altri affetti.

Amico è colui con cui puoi stare in silenzio, ha detto qualcuno. E’ vero. Puoi stare rilassato. Sai che non ti giudica. Meglio: se ti giudica, è comunque dalla tua parte. In compagnia del mio amico sto bene.
L’amicizia scalda il cuore della vecchiaia.
Ogni vecchio dovrebbe avere un amico. La vecchiaia sarebbe più facile.

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