26 novembre 2012

Solidarietà. (77) (altri, in questa stessa settimana)
Ero al bar. Arriva un anziano, di seconda fascia. Beve il caffè e si allontana, indossando berretto e guanti. Un guanto gli cade. Non se n'accorge e va avanti. Un quarantenne vede la scena, raccoglie il guanto, chiama il vecchio e glielo porge. Addirittura banale. Mi hanno colpito i due sorrisi. Quello del giovane, aperto, comprensivo, gentile. Quello del vecchio, sorpreso, un pò impacciato, ma grato. Uno scambio fra generazioni. Di piccoli favori, di sorrisi. Senza pietismi.  Uno scambio reale: chi è più lesto, più attento, più vivace, aiuta chi non lo è più. E sarà aiutato più avanti negli anni. Così dovrebbe essere, fra generazioni medie e avanzate.

Non è diversa la solidarietà fra la generazione di mezzo e la generazione dei bimbi. Un bambino piccolo è senza strumenti. Non sa parlare, non sa camminare, non sa esprimersi. Gli adulti solidarizzano con lui. Lo aiutano negli spostamenti, prendendolo in braccio o trasportandolo con una carrozzina. Lo imboccano, perchè non governa le mani. Lo accudiscono.
I vecchi dell'ultima fascia camminano con fatica. Hanno bisogno di appoggi, di aiuto, di carrozzina. A volte non sono in grado di mangiare. A volte perdono la parola. Come bambini piccoli, ma in un'altra età.

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