Fiducia e simpatia.(78)
Mi sono commosso. Mio nipotino era a casa con la madre. Stava subendo il taglio delle unghie. Operazione non gradita. Si lamentava. Sono arrivato e ho cercato di distrarlo. Ma lui continuava a lamentarsi. La madre ha finito l'operazione. Il bimbo ha allargato le braccia verso di me e si è quasi lanciato. Mi ha considerato un rifugio sicuro per sottrarsi al disagio.
Chi ero io per meritare tanta fiducia? Non l'ho allattato, non lo curo di notte. Non lo cambio. Però mi vede spesso, rido insieme a lui. Talvolta lo tengo in braccio, facciamo insieme qualche gioco. Mi occupo un poco di lui. Si è creata una complicità. Un riconoscimento reciproco a base di gesti e di suoni con la lingua, ripetuti da me e da lui. Ha una relazione con me. E si fida.
E' la fiducia che è commovente. Una cosa naturale. Come quando un bimbo si perde e si fida dell'adulto che lo aiuta a ritrovare i genitori. Un aiuto naturale, fra individui della stessa specie. Fra naviganti della stessa vita. Bambini e giovani. Adulti e vecchi.
Uno scrittore antico diceva che una delle gioie della vecchiaia è insegnare ai giovani. Meglio: raccontar loro la propria esperienza. Da una parte, è fornire preziose informazioni che altrimenti sarebbero perdute con la morte del vecchio. Dall'altra è una richiesta d'aiuto. Il sentimento comune è la simpatia.
Simpatia dei vecchi verso i giovani. I giovani sono il prolungamento della società alla quale apparteniamo (e che, come vecchi, abbiamo a cuore). I vecchi possono fornire qualche aiuto ai giovani, nelle loro debolezze.
Anche simpatia dei giovani verso i vecchi. I vecchi sono le radici, la storia. Ma sono fragili. Hanno bisogno d'aiuto. Hanno bisogno dei giovani.
Mi sono commosso. Mio nipotino era a casa con la madre. Stava subendo il taglio delle unghie. Operazione non gradita. Si lamentava. Sono arrivato e ho cercato di distrarlo. Ma lui continuava a lamentarsi. La madre ha finito l'operazione. Il bimbo ha allargato le braccia verso di me e si è quasi lanciato. Mi ha considerato un rifugio sicuro per sottrarsi al disagio.
Chi ero io per meritare tanta fiducia? Non l'ho allattato, non lo curo di notte. Non lo cambio. Però mi vede spesso, rido insieme a lui. Talvolta lo tengo in braccio, facciamo insieme qualche gioco. Mi occupo un poco di lui. Si è creata una complicità. Un riconoscimento reciproco a base di gesti e di suoni con la lingua, ripetuti da me e da lui. Ha una relazione con me. E si fida.
E' la fiducia che è commovente. Una cosa naturale. Come quando un bimbo si perde e si fida dell'adulto che lo aiuta a ritrovare i genitori. Un aiuto naturale, fra individui della stessa specie. Fra naviganti della stessa vita. Bambini e giovani. Adulti e vecchi.
Uno scrittore antico diceva che una delle gioie della vecchiaia è insegnare ai giovani. Meglio: raccontar loro la propria esperienza. Da una parte, è fornire preziose informazioni che altrimenti sarebbero perdute con la morte del vecchio. Dall'altra è una richiesta d'aiuto. Il sentimento comune è la simpatia.
Simpatia dei vecchi verso i giovani. I giovani sono il prolungamento della società alla quale apparteniamo (e che, come vecchi, abbiamo a cuore). I vecchi possono fornire qualche aiuto ai giovani, nelle loro debolezze.
Anche simpatia dei giovani verso i vecchi. I vecchi sono le radici, la storia. Ma sono fragili. Hanno bisogno d'aiuto. Hanno bisogno dei giovani.
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