21 giugno 2021

Quelli che lodano il tempo passato (21-070)

Quelli che lodano il tempo passato. (21-070) Lo si dice degli anziani. Sempre a ricordare i bei tempi passati (quelli della giovinezza, ovviamente) e denigrare l'era presente. Non credo di essere esente da questo difetto. Ho scoperto che il tempo passato al quale mi riferisco non è però quello della mia giovinezza, bensì un tempo molto più remoto. Quando ero ormai in età matura, ho cominciato ad andar per rifugi di montagna, camminando per sentieri. Dedicavo a questo non più di una settimana all'anno, eppure era una autentica gioia poterlo fare e ne tornavo colmo di energie, nonostante la fatica fatta. Ho sempre pensato che la soddisfazione di quelle gite fosse dovuta alle piccole conquiste di vette, al camminare, al cimentarsi in spostamenti solo a piedi, all'uso e interpretazione delle carte topografiche, alla compagnia del mio amico, eccetera. Scopro oggi che quello era solo parte del godimento: vi era dell'altro. Ricordo anche che in età ancora giovanile ho avuto e lavorato un piccolo appezzamento di terreno, nel quale avevo impiantato un orto ragguardevole (duemila metri quadri). Quando finivo il mio lavoro, spesso molto teso ed esaurito di energia, mi recavo nell'orto per fare qualche operazione: ebbene dopo una decina di minuti di presenza in campagna, mi sentivo completamente rinfrancato. Tutta la tensione e lo stress sparivano magicamente. Non voglio tirarla troppo in lungo. Mi è capitato fra le mani un libro di Mencagli e Nieri: La terapia segreta degli alberi, e finalmente ho messo in fila le mie esperienze. Nel libro sono riportate numerose ricerche scientifiche che stabiliscono come la permanenza in un bosco o più genericamente nella natura, azzeri lo stress, dia benessere, prevenga le malattie. Ecco allora qual è il tempo passato di cui inconsciamente sento la nostalgia. Non quello della mia prima età bensì quello ancestrale nel quale homo sapiens viveva immerso nella natura, sempre nei boschi, sempre in mezzo agli alberi. Il mondo moderno ha completamente scordato che il genere umano è nato in una natura rigogliosissima: si dice che ancora durante l'impero romano si potesse andare da Roma a Lisbona di albero in albero! L'immersione nella natura non ricorda soltanto la nostra patria antica, ma è anche la base del benessere. Qual è il mondo moderno? Città cemento strade automobili smartphone, lavoro nel terziario o secondario. Abbiamo perduto completamente le nostre radici. Cioè boschi, alberi, prati, tutto l'immenso mondo vegetale. Ecco il tempo passato del quale ho nostalgia. (Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com)

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