24 aprile 2021

Farmaci antidepressivi (21-047)

Farmaci antidepressivi. (21-047) Sono contrario all'assunzione di farmaci, se non in caso di assoluta necessità. Il motivo di tale posizione sta nel convincimento che i farmaci sono prescritti e assunti con troppa leggerezza, non ci si cura dei loro effetti, spesso sono sostituibili con prodotti erboristici o omeopatici o addirittura con un corretto stile di vita (cibo, alcol, fumo). Ultimamente in famiglia mi hanno segnalato che ho alcuni sintomi di depressione (vedi 21-041). Io non me ne rendo conto, ma tale atteggiamento (negazionista) è tipico della depressione. Che fare? La depressione non riguarda soltanto la mia vita, bensì quella di chi mi sta vicino. Probabilmente con la depressione potrei conviverci, se vivessi da solo. Ma vivo in coppia. E dunque i suoi effetti riguardano anche altri. Mi sono allora deciso di assumere un farmaco antidepressivo, la vortioxetina, anche perchè mi è stato detto che ha effetti positivi dal punto di vista cognitivo. E la perdita cognitiva è ciò che mi sembra di registrare negli ultimi tempi (e mi spaventa molto). Nonostante la mia avversione alle medicine e la mia prevenzione, confesso che non ho percepito alcun effetto collaterale. Non solo. Dopo una settimana di assunzione ho avuto un litigio con la mia compagna (vedi 21-046), che si è risolto rapidamente perchè ho compreso di aver sbagliato e ho chiesto scusa, cosa rara per me. Insomma gli inizi sono incoraggianti. Che cosa farò in futuro? Continuerò ad assumerlo per mesi o anni? Diventerò come quei vecchi che vivono aggrappati a una, due o più medicine quotidiane? Non lo so. Per il momento mi accontento di verificare che chi mi sta attorno è più soddisfatto di me, che non sto veleggiando verso il caratteraccio tipico di alcuni vecchi. Bisogna puntellare in qualche modo la vecchiaia? (Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com)

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