21 febbraio 2020

Nel flusso della vita (20-020)

Nel flusso della vita. (20-020)
Si resta vivi finchè si continua a partecipare al flusso della vita della società. Ma per un vecchio la società a cui appartiene diventa sempre più estranea. E sempre meno interessante. 
A un novantenne come possono interessare i problemi che vi saranno fra dieci o vent'anni, tipo i cambiamenti climatici o l'inquinamento? Tanto, lui morirà prima.
Eppure il suo interesse dipende dall'atteggiamento verso la vita, dal compito che si è dato nella vecchiaia. Se quest'ultimo è dare un esempio ai più giovani, esempio di valori, allora il vecchio si sente di appartenere a questa società anche negli ultimi giorni di vita. Vivere come se non si fosse alla fine è un gesto di solidarietà verso le nuove generazioni: si partecipa a qualcosa anche se non interessa individualmente, bensì interessa come membri di un gruppo.
Siamo animali sociali, abbiamo un valore in quanto individui, ma anche un valore in quanto appartenenti a una collettività. Allora ci si può permettere il lusso di dimenticarsi di morire (vedi 20-015).

Tutto il contrario dell'ideologia del liberalismo, che fonda i valori solo sulla libertà dell'individuo, come spiega benissimo Alain de Benoist nel suo saggio Critica del Liberalismo (2019), che ho cominciato a leggere.
Ne scriverò quando l'avrò terminato, perchè secondo me il liberalismo mostra la corda anche sul significato della vita per i vecchi.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso. Dal 2019 scrivo una sintesi annuale il 31 dicembre.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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