Perchè
era molto vecchio. (19-115)
Il
mio cane più vecchio è morto un mese fa. Ancora oggi dei passanti,
che mi vedono circolare con un cane solo, mi chiedono dell'altro.
Rispondo che è morto. Di fronte alle manifestazione di dispiacere
degli interlocutori, aggiungo: "Era molto vecchio."
Devo
ammettere che il mio dolore per la sua scomparsa è attenuato: il
cane era agli sgoccioli della sua capacità di vivere.
Anche
per un appartenente al genere umano, i superstiti provano meno dolore
per la sua dipartita, se era molto vecchio. Subentra una sorta di
rassegnazione al fatto che la vita finisce, soprattutto in tarda età.
Mi
chiedo se ciò vale anche per colui che muore (in tarda età). Cioè
se la rassegnazione per il finire della vita subentra anche nel
soggetto che è alla fine.
Sicuramente
sì, se considera che le forze sono svanite, l'autonomia è molto
precaria, il suo mondo è tramontato.
Chissà
se tali considerazioni attenuano il distacco dalla vita.
Chissà
se addirittura promuovono il desiderio che tutto finisca.
Però mia
nonna, nei suoi ultimi anni diceva:"Sto ciarett al'm'pias
ancora!" (la luce che vedo mi piace ancora).
Mia
zia ultranovantenne dice:"Se arriva la morte non è un dramma.
Però per adesso continuo a vivere così, giorno per giorno, senza
cercarla."
Forse l'istinto di sopravvivenza vince fino agli ultimi giorni di vita.
Devo
sentire l'opinione di altri vecchissimi.
(Indici
dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41.
Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del
bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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