17 ottobre 2019

Perchè era molto vecchio (19-115)

Perchè era molto vecchio. (19-115)
Il mio cane più vecchio è morto un mese fa. Ancora oggi dei passanti, che mi vedono circolare con un cane solo, mi chiedono dell'altro. Rispondo che è morto. Di fronte alle manifestazione di dispiacere degli interlocutori, aggiungo: "Era molto vecchio."
Devo ammettere che il mio dolore per la sua scomparsa è attenuato: il cane era agli sgoccioli della sua capacità di vivere.
Anche per un appartenente al genere umano, i superstiti provano meno dolore per la sua dipartita, se era molto vecchio. Subentra una sorta di rassegnazione al fatto che la vita finisce, soprattutto in tarda età.
Mi chiedo se ciò vale anche per colui che muore (in tarda età). Cioè se la rassegnazione per il finire della vita subentra anche nel soggetto che è alla fine.
Sicuramente sì, se considera che le forze sono svanite, l'autonomia è molto precaria, il suo mondo è tramontato.
Chissà se tali considerazioni attenuano il distacco dalla vita.
Chissà se addirittura promuovono il desiderio che tutto finisca.
Però mia nonna, nei suoi ultimi anni diceva:"Sto ciarett al'm'pias ancora!" (la luce che vedo mi piace ancora).
Mia zia ultranovantenne dice:"Se arriva la morte non è un dramma. Però per adesso continuo a vivere così, giorno per giorno, senza cercarla."
Forse l'istinto di sopravvivenza vince fino agli ultimi giorni di vita.
 
Devo sentire l'opinione di altri vecchissimi.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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