06 settembre 2019

Eutanasia (19-098)

Eutanasia. (19-098)
Ho fatto morire il mio cane.
Era molto vecchio: 18 anni. Ormai non si alzava più dalla sua cuccia. Lo prendevo in braccio per farlo bere un poco, oppure per portarlo in giardino a fare i suoi bisogni. Non stava quasi in piedi. Non si muoveva. La qualità della sua vita era nulla.
Se fosse stato abbandonato a se stesso sarebbe morto entro qualche giorno. Così mi sono assunto la responsabilità di far finire la sua vita, in modo artificiale, sottraendolo a una agonia sicuramente penosa.
E' stato un passaggio morbido dalla vita alla morte. Ho deciso io per lui.
Sono triste perchè non è più con me. Ma sono sereno perchè l'esito finale di una vita molto in là con gli anni è la morte.


Mi chiedo: perchè non si può fare così anche con gli esseri umani? Perchè questo enorme tabù secondo il quale non si può por fine alla propria vita quando si è al limite?
Perchè si deve sopravvivere a ogni costo?
Certo, vi è una gran differenza fra l'eutanasia di un cane e quella di un uomo: nel caso dell'uomo deve decidere il soggetto. Non possono farlo altri.
E perchè i grandi anziani non lo decidono? Perchè si ancorano a una vita minima, quasi inesistente? (non sto parlando di una vita piena di dolori a causa di una malattia, o condannata all'immobilità, alla dipendenza da altri: ma di una vita ancora autonoma, che però non trova più significato nel continuare a vivere)
Istinto di sopravvivenza, si dice. Penso invece che se esistessero strutture adatte non sarebbero poche le persone che deciderebbero di andarsene.


Manca completamente una cultura, un dibattito su come finire la vita.
Nel modo migliore e più dignitoso.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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