Eutanasia.
(19-098)
Ho
fatto morire il mio cane.
Era
molto vecchio: 18 anni. Ormai non si alzava più dalla sua cuccia. Lo
prendevo in braccio per farlo bere un poco, oppure per portarlo in
giardino a fare i suoi bisogni. Non stava quasi in piedi. Non si
muoveva. La qualità della sua vita era nulla.
Se
fosse stato abbandonato a se stesso sarebbe morto entro qualche
giorno. Così mi sono assunto la responsabilità di far finire la sua
vita, in modo artificiale, sottraendolo a una agonia sicuramente
penosa.
E'
stato un passaggio morbido dalla vita alla morte. Ho deciso io per
lui.
Sono
triste perchè non è più con me. Ma sono sereno perchè l'esito
finale di una vita molto in là con gli anni è la morte.
Mi
chiedo: perchè non si può fare così anche con gli esseri umani?
Perchè questo enorme tabù secondo il quale non si può por fine
alla propria vita quando si è al limite?
Perchè
si deve sopravvivere a ogni costo?
Certo,
vi è una gran differenza fra l'eutanasia di un cane e quella di un
uomo: nel caso dell'uomo deve decidere il soggetto. Non possono farlo
altri.
E
perchè i grandi anziani non lo decidono? Perchè si ancorano a una
vita minima, quasi inesistente? (non sto parlando di una vita piena
di dolori a causa di una malattia, o condannata all'immobilità, alla
dipendenza da altri: ma di una vita ancora autonoma, che però non
trova più significato nel continuare a vivere)
Istinto
di sopravvivenza, si dice. Penso invece che se esistessero strutture
adatte non sarebbero poche le persone che deciderebbero di andarsene.
Manca
completamente una cultura, un dibattito su come finire la vita.
Nel
modo migliore e più dignitoso.
(Indici
dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41.
Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del
bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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