22 dicembre 2018

L'orizzonte si restringe (18-166)

L'orizzonte si restringe. (18-166)
Fino a qualche mese fa incontravo quasi quotidianamente i miei vicini ultranovantenni. 
Poi la signora è caduta di notte, il marito non è stato in grado di aiutarla a rialzarsi e così è intervenuta l'ambulanza. Niente di grave, ma la cosa ha fatto capire ai figli della coppia che i due non possono più stare soli. Così, per il momento, la soluzione è stata quella di aumentare le ore di servizio di una cameriera (servizio diurno).
Da allora non li vedo quasi più: i piccoli servizi che facevamo loro, ora li fa la cameriera. E loro stessi escono molto poco.
 
Da molto vecchi l'orizzonte dei propri movimenti si restringe.
Non so più chi l'abbia scritto, ma qualcuno ha descritto in modo molto efficace questo rinchiudersi.
Quando ci si inoltra nella vecchiaia, il proprio orizzonte finisce con l'esaurirsi nella propria città. Col passare del tempo l'anziano finisce col frequentare solo il proprio quartiere, e successivamente soltanto la propria via e il proprio isolato. A un certo punto ci si muove soltanto nel giardino e nella propria casa (come a esempio fa mia zia novantaquattrenne).
Infine non si esce più dalla propria camera.
Esito finale: non ci si muove più dalla propria poltrona o dal proprio letto.




(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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