20 agosto 2018

La follia nella vecchiaia (18-113)

La follia nella vecchiaia. (18-113) (20/08/18)
Un passo dell'Elogio della follia di Erasmo da Rotterdam (1511).
Ad un certo punto la follia stessa descrive la vecchiaia:

...finchè non sopraggiunge la gravosa vecchiaia, la molesta vecchiaia, odiosa non solo agli altri, ma anche a se stessa. Nessuno dei mortali riuscirebbe a sopportarla se, ancora una volta, impietosita da tanto soffrire, non venissi in aiuto io [la follia]... e per quanto è possibile non riportassi all'infanzia quanti sono prossimi alla tomba, onde il volgo, non senza fondamento, usa chiamarli rimbambiti.
Ma delirano ormai, non ragionano più!
Certo. E' proprio questo che significa tornare fanciulli. Forse che tornare fanciulli non significhi delirare e non avere senno? e non è proprio questo, il non avere senno, ciò che più piace di quella età?
Così, per mio dono, il vecchio delira. E tuttavia questo mio vecchio delirante è libero dagli affanni che travagliano il saggio; quando si tratta di bere è un allegro compagno; non avverte il tedio della vita, che l'età più vigorosa sopporta a fatica.”


Che distanza fra queste parole e la realtà dei nostri giorni, soprattutto a proposito dei malati di Alzheimer e dei loro familiari!


(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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