Esiti.
(18-107)
La
mia vicina novantenne è caduta in bagno, di notte.
Il
marito se n'è accorto e ha cercato di soccorrerla, invano (non
riusciva a rimetterla in piedi). Ha chiamato
l'ambulanza e la signora è stata ricoverata in ospedale per qualche
giorno.
Nessuna
rottura, nessuna ischemia cerebrale, forse un piccolo collasso dovuto
al caldo.
Tutto
bene dunque.
Ma
il fatto ha convinto i figli che la coppia novantenne non può più
stare da sola: ha bisogno di
assistenza.
Inevitabilmente stanno cercando una badante.
Nella
vecchiaia estrema giunge un momento in cui la vita cambia, perchè si
perde autonomia:
qualcuno
ci deve seguire passo passo.
Il
mio meccanico d'auto, ottantenne, ha subito una emorragia cerebrale.
È
stato “salvato”, cioè è ancora vivo.
In
realtà è solo parzialmente vivo: ha perso l'uso della parola
e la parte sinistra del corpo è paralizzata.
Una coetanea, che abita proprio davanti a mia casa, ha cominciato a
non camminare più.
Poi
è stata ricoverata in ospedale.
L'operazione,
che ha subito, ha peggiorato la sua condizione: è stata per mesi in
rianimazione, lucida. Chiedeva di esser lasciata morire.
È
morta qualche giorno fa.
Tre
storie di vecchi, relativamente comuni.
Tre
modi in cui la condizione di vecchi peggiora. Ma due di queste hanno
a che fare con malattie, identificate
(nel pensiero comune) con la vecchiaia stessa.
La
mia opinione è che no, vecchiaia e malattie non sono sorelle.
Dipende dallo stile di vita
(ne
ho scritto a lungo nel 2014 e nel 2015).
(L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da
settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una
sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
Nessun commento:
Posta un commento