Riletture.
(18-058)
Ho
deciso di rileggere libri che ho letto in gioventù.
Ho
cominciato con Il fu mattia Pascal di Pirandello. E sto
continuando con I promessi sposi di Manzoni. Quest'ultimo è
alla quarta rilettura: la prima, l'anno prima di studiarlo a scuola,
la seconda appunto a scuola, la terza sui 50 anni e infine oggi a 72.
Rileggere
opere profonde, classici, è totalmente diverso dalla prima lettura.
Specialmente se la rilettura avviene da vecchi. Non solo perchè
nella rilettura si possono fare confronti con tutte le opere che si
son lette fino allora (da giovani le letture effettuate sono di meno,
si conosce di meno). Non solo perchè noi stessi siamo diversi,
abbiamo una diversa struttura psicologica, più matura (si spera!).
Soprattutto perchè la rilettura è più calma, più attenta
all'architettura generale, ma anche alle sfumature.
La
sorpresa non riguarda più la storia, che più o meno si conosce già:
riguarda invece il modo di scrivere, la penetrazione psicologica, la
finezza delle descrizioni.
Da
vecchi sfuggono meno i dettagli. Si colgono (e si conservano nella memoria) particolari in numero
maggiore.
Da
vecchi si comprende di più.
Ho
deciso di rileggere La divina commedia!
(L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da
settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una
sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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