Compagni
di vecchiaia più vicini. (17-195)
Approfitto
sempre della conoscenza di persone più anziane di me, per scrutare
l'esistenza dell'ultima fase della vita. Tali conoscenze sono un
eccellente apprendimento. Ma il salto fra la mia età e quella di
grandi vecchi (85-90 anni) è grande. Forse troppo: mi danno, sì,
informazioni sull'estrema vecchiaia, ma non sui miei prossimi anni.
Cioè
non mi rivelano come sarà la mia vita fra 3-7 anni, prima di
raggiungere gli 80.
Così
ho inserito nel mio campo di attenzione anziani ancora della mia
fascia d'età: settantenni un poco più vicini agli ottanta di me.
È
più facile incontrarli. Sono molto più attivi dei vecchi
inoltrati.
E fra questi vi sono parenti. Così
nelle cene familiari che si fanno in questo periodo dell'anno, ne ho
incontrati due: di 75 e 78 anni. Non hanno nulla di decrepito.
Una
parente soprattutto, la più giovane (75 anni). In forma fisica molto
buona, anche se deve farsi operare alle anche, che le dolgono molto.
Mostra la sua vecchiaia in campo mentale: dimentica facilmente, e i
suoi discorsi sono generici e stereotipati.
L'altro
parente (78 anni) è più lento, ma sempre in forma fisica più che
dignitosa. Ha perduto soltanto un po' di udito. Però ha anche un fastidioso problema di equilibrio.
Entrambi sono sotto il giogo di assunzioni quotidiane di farmaci.
Insomma,
guardando loro, non mi viene da temere la vecchiaia dei prossimi 5-10
anni.
Salvo che per le malattie cosiddette della vecchiaia e i farmaci che si sono assuefatti a prendere per il resto della vita.
Ma, per queste, ho il mio antidoto.
(L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da
settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una
sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni
private:
holgar.pd@gmail.com
)
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