11 dicembre 2016

Un gradino (16-189)

Un gradino. (16-189)
Norberto Bobbio diceva che la vecchiaia è come una scala a chiocciola, che si continua a scendere, senza mai poter invertire il senso di marcia: ci si può fermare sì, anche per qualche tempo, su di un gradino, ma poi si ricomincia inesorabilmente a scendere.
Dopo la mia caduta dalla scaletta in casa, che ha fatto vacillare la sicurezza con la quale mi fidavo del mio corpo (vedi 16-172), mi sono capitate altre cosette.
Per esempio ho incespicato nelle ciabatte, mentre mi alzavo dalla poltrona (rischiando di cadere); alzandomi dalla tazza del water, in bagno, non solo devo appoggiarmi alla tazza, ma anche lo faccio con una certa fatica; quando mi piego sulle ginocchia per afferrare qualche oggetto dal suolo, fatico a rialzarmi senza appoggiarmi.
Ho attribuito tutto ciò all'incrinatura della costola, che mi ha posto in uno stato di debolezza.
Oppure anche no.
Sono sceso di un gradino.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. )
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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