15 novembre 2016

Meglio da soli? (16-175)

Meglio da soli? (16-175)
Mia madre nella maturità e poi anche in vecchiaia, si augurava di morire mentre le tenevo la mano. Cioè in compagnia di qualcuno. 
Meglio, in compagnia di suo figlio.
Le cose andarono diversamente: era in coma da tre giorni, la visitavo alle due e alle nove di sera. La mattina del terzo giorno mi telefonarono per dirmi che i suoi parametri vitali erano peggiorati. Andai in ospedale e la trovai già morta, forse da pochi minuti (nemmeno gli infermieri o le compagne di stanza se n'erano accorti).
Forse mi aveva atteso, ma io avevo tardato.
Dunqui morì da sola.

Anche mio padre, in coma da alcune ore per via di un incidente stradale, morì da solo, mentre io e mia madre ci eravamo recati a sbrigare alcune pratiche burocratiche inerenti l'incidente, giusto un'ora prima.

Non ho assistito a molte morti. Anzi forse solo a quella di un'amica, anch'essa in coma: si spense lentamente senza agonia.
Non ho esperienza.

Mi figuro che il morire sia una faccenda personale. 
Che gli altri siano di ostacolo o almeno di distrazione. 
Anche gli animali vanno a morir da soli.
Temo che l'assistenza ai moribondi sia una necessità dei vivi, piuttosto che dei morenti.
Non dico che gli ultimi giorni di vita uno li debba passare da solo.
No, è meglio stare in compagnia, per finire, lasciare parole, accomiatarsi.
Ma le ultime ore sono un fatto molto fisico.
Gli altri sono un di più.
Inutile.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. )
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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