Meglio da soli? (16-175)
Mia madre nella maturità
e poi anche in vecchiaia, si augurava di morire mentre le tenevo la
mano. Cioè in compagnia di qualcuno.
Meglio, in compagnia di suo
figlio.
Le cose andarono
diversamente: era in coma da tre giorni, la visitavo alle due e alle
nove di sera. La mattina del terzo giorno mi telefonarono per dirmi
che i suoi parametri vitali erano peggiorati. Andai in ospedale e la
trovai già morta, forse da pochi minuti (nemmeno gli infermieri o le
compagne di stanza se n'erano accorti).
Forse mi aveva atteso, ma
io avevo tardato.
Dunqui morì da sola.
Anche mio padre, in coma
da alcune ore per via di un incidente stradale, morì da solo, mentre
io e mia madre ci eravamo recati a sbrigare alcune pratiche
burocratiche inerenti l'incidente, giusto un'ora prima.
Non ho assistito a
molte morti. Anzi forse solo a quella di un'amica, anch'essa in
coma: si spense lentamente senza agonia.
Non ho esperienza.
Mi figuro che il morire
sia una faccenda personale.
Che gli altri siano di ostacolo o almeno
di distrazione.
Anche gli animali vanno a morir da soli.
Temo che l'assistenza ai
moribondi sia una necessità dei vivi, piuttosto che dei morenti.
Non dico che gli ultimi
giorni di vita uno li debba passare da solo.
No, è meglio stare in
compagnia, per finire, lasciare parole, accomiatarsi.
Ma le ultime ore sono un
fatto molto fisico.
Gli altri sono un di più.
Inutile.
(L'indice per argomenti
del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La
sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. )
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
Nessun commento:
Posta un commento