05 novembre 2016

Albertazzi (16-169)

Albertazzi. (16-169)
Ho scritto degli ultimi giorni di vita di Giorgio Albertazzi (vedi 16-078), grande attore italiano. Mi colpì la sua lucida previsione della morte, due settimane prima di morire, rilasciata durante un'intervista per un giornale.
Perchè, una domanda che mi viene spesso in testa è: ci accorgiamo di stare per morire? 
Non dico negli ultimi momenti, ma nei giorni precedenti.
Albertazzi testimoniò che sì, ce ne accorgiamo.
E lui ebbe il coraggio di dichiararlo. 
(anche Paolo Poli fece lo stesso, qualche mese prima: vedi 16-048).

Qualche giorno fa ho visto in tv un'altra intervista di Albertazzi, questa volta con riprese video. Da quel che ho capito si tratta di un'intervista fatta più o meno negli stessi giorni, quindi in prossimità della morte (tre settimane prima, mi pare).
Il video mostra un vecchio su una sedia, che risponde alle domande.
Ciò che colpisce è la stanchezza che mostra, la voce flebile.
Tutto il contrario di un'apparizione in un programma televisivo di alcuni mesi prima, in cui la voce era ferma e vibrante, i ragionamenti acuti e profondi, la vitalità intensa.
Tutta un'altra persona.
Tutta un'altra condizione.
Confrontando il video con il contenuto dell'intervista scritta, ho capito che l'anticipazione della morte fatta dal grande attore non è stata una premonizione, bensì una normale osservazione del suo stato. Si era accorto cioè che la sua condizione era precipitata nel volgere di pochi mesi.

Se si è attenti, ci si accorge che la morte è prossima.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. )
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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