12 settembre 2016

Il volto dei vecchi (16-139)

Il volto dei vecchi. (16-139)
Quando mi alzo al mattino, vado subito in terrazzo per vedere il sorgere del sole (oppure il sole appena sorto). Resto lì qualche minuto a godermi il silenzio e l'atmosfera magica dell'aurora.
Talvolta anche la mia vicina novantenne si affaccenda sul terrazzo accanto.
La osservo.
Non sempre mi vede.
È evidente che anche lei si è appena alzata dal letto. Ha un'espressione e un volto diversi da quelli consueti del resto del giorno. La pelle è come più adagiata sulle ossa del cranio.
Ha l'aspetto di una defunta.
Se la vedrò quando morirà, sono certo che il suo volto mi apparirà come quello di queste mattine all'alba.

Ho visto poche persone morire e non ricordo i momenti del prima e del dopo. 
Mi pare comunque che l'aspetto esterno non sia molto diverso. 
A differenza di altri organi che cessano di funzionare di colpo al momento della morte, il volto resta più o meno lo stesso un'ora prima e un'ora dopo il trapasso.
Così l'aspetto di coloro che sono molto anziani evoca quello del dopo-morte.
I molto-vecchi ci anticipano nel volto la loro morte.
Ce ne danno un assaggio.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. )
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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