Vacanza.
(16-101)
Qualche
giorno a camminare in montagna.
Lo
faccio da molti anni. Una sola volta all'anno.
Ottima
occasione per fare confronti sul procedere della vecchiaia.
Quest'anno
il confronto è stato stridente (con gli anni precedenti).
Eravamo
(io e il mio amico) su un sentiero per raggiungere la vetta
programmata.
In
realtà non volevamo neppure raggiungerla, ci bastava osservarla da
vicino, per la sua particolarità (si tratta del monte Forato
sulle Alpi Apuane, Toscana).
Perdiamo
il sentiero. Non lo recuperiamo proprio. Optiamo allora per un'altra
via. Sapevamo che era più impervia, ma non avevamo altra scelta.
Saliamo,
arrivano delle roccette, dobbiamo usare le mani per arrampicarci.
Poca
roba, ma...
Proseguiamo.
Altre roccette, ancora l'uso delle mani. Le superiamo.
Il
sentiero è molto erto.
Arriva
un terzo strappo, ancora su roccia.
Mi
fermo: perchè tutta questa fatica? E arrivati al passo, come sarà
il sentiero per il monte? E quello del ritorno?
Mi è
cambiata totalmente la valutazione di quello che stavo facendo.
Ecco
cos'è cambiato quest'anno (e sono arrivato a settat'anni): ho perso
una parte consistente dell'impulso ad andare avanti; sono affiorati
timori che non avevo ancora vissuto; non ho avuto la certezza che le
forze non mi avrebbero abbandonato.
Come non
chiamarla vecchiaia?
L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. )
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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