24 gennaio 2016

La corrispondenza (il film) (16-011)

La corrispondenza (il film). (16-011)
Un bel film, l'ultimo film di Giuseppe Tornatore.
Impeccabili gli attori, perfetta la tecnica, sorprendente la trama.
Una storia d'amore dispari (lui vecchio professore, lei giovane studentessa). 
Ma la storia muta completamente dopo i minuti iniziali. Il professore scompare pur facendo ricevere alla sua giovane amante continui messaggi e lettere e doni (la corrispondenza).
La storia si tinge di giallo: dov'è finito?
Soltanto successivamente si scopre che è morto.
L'originalità del film sta proprio in quello che succede dopo. 
La ragazza continua a ricevere messaggi e quant'altro anche se il suo amante è ormai morto. E vive un rapporto con lui anche se non c'è più.

È la storia di un individuo che vuole sopravvivere dopo la sua morte e lo fa con la tecnologia oggi disponibile: dischetti, messaggistica programmata, lettere e regali inviati da altri, che si sono prestati al suo progetto.
Sembra un gioco, ma non lo è.
Ha a che fare col significato di morte, ricordo, sopravvivenza.
A qualcuno è sembrato crudele, manipolatorio, delirante. E forse ha ragione.
Ma ha a che fare col rifiuto di un vecchio di scomparire (non di morire, proprio di scomparire).
E con la sua volontà di andar contro la natura delle cose.
Cioè rimanere ostinatamente nella vita (almeno) di un altro.
Nel film gli spunti di riflessione sono numerosi. Non ci sono risposte didascaliche. 
Ma siamo interrogati.
Su tematiche niente affatto banali.

Il film suggerisce una corrispondenza col cielo notturno.
Data la lontananza, le stelle che vediamo appartengono al passato.
Molte potrebbero essere già morte.
Tuttavia continuiamo ad avere un rapporto con loro.


L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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