La
corrispondenza (il film). (16-011)
Un
bel film, l'ultimo film di Giuseppe Tornatore.
Impeccabili
gli attori, perfetta la tecnica, sorprendente la trama.
Una
storia d'amore dispari (lui vecchio professore,
lei giovane studentessa).
Ma la storia muta completamente dopo i
minuti iniziali. Il professore scompare pur facendo ricevere alla sua
giovane amante continui messaggi e lettere e doni (la corrispondenza).
La
storia si tinge di giallo: dov'è finito?
Soltanto
successivamente si scopre che è morto.
L'originalità
del film sta proprio in quello che succede dopo.
La ragazza continua
a ricevere messaggi e quant'altro anche se il suo amante è ormai
morto. E vive un rapporto con lui anche se non c'è più.
È
la storia di un individuo che vuole sopravvivere dopo la sua morte e
lo fa con la tecnologia oggi disponibile: dischetti, messaggistica
programmata, lettere e regali inviati da altri, che si sono prestati
al suo progetto.
Sembra
un gioco, ma non lo è.
Ha
a che fare col significato di morte, ricordo, sopravvivenza.
A
qualcuno è sembrato crudele, manipolatorio, delirante. E forse ha
ragione.
Ma ha a che fare col rifiuto di un vecchio di
scomparire (non di morire, proprio di scomparire).
E con
la sua volontà di andar contro la natura delle cose.
Cioè
rimanere ostinatamente nella vita (almeno) di un altro.
Nel
film gli spunti di riflessione sono numerosi. Non ci sono risposte
didascaliche.
Ma siamo interrogati.
Su tematiche niente affatto banali.
Il film suggerisce una corrispondenza col cielo notturno.
Data
la lontananza, le stelle che vediamo appartengono al passato.
Molte
potrebbero essere già morte.
Tuttavia
continuiamo ad avere un rapporto con loro.
L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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