13 gennaio 2016

Invidia (16-005)

Invidia. (16-005)
Inutile negarlo. Mi compiaccio di non mostrare evidenti segni di vecchiaia (meglio: di decadimento). Al punto che se trovo qualche coetaneo che è migliore, provo disappunto.
Sono invidioso.
Come quel compagno di scuola che ho rivisto l'anno scorso: forma splendida.
Nulla di senile: nè la canizie, nè forze indebolite, nè la consueta lentezza dei vecchi.
O come un mio collega di lavoro. Ha più o meno il mio aspetto.
Ma ha ben cinque anni di più!
Invece mi pavoneggio quando mi riferiscono che la tal persona ha detto: 
"Certo, Holgar è quello che è invecchiato meglio, fra tutti noi."
Debolezze da vecchio.
Eppure non dovrei stupirmi se ho ancora un aspetto giovanile.
Come ho detto nella pagina precedente, il ricordo di mio padre e di mia madre quando avevano la mia età attuale, non è quello di persone infiacchite, vegliarde, bensì di persone dignitosamente in salute e di buona energia.
Fose ha ragione J. Hillman quando dice che, giunti nella vecchiaia, tutti cercano di durare il più a lungo possibile.
Di apparire ancora efficienti anche da vecchi.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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