Il
bambino Down. (15-199)
Un
parente (non proprio vicino) ha avuto il terzo figlio.
Affetto
da sindrome di Down.
Assolutamente
inaspettata.
Tragedia,
in quella famiglia. L'handicap di un figlio getta nello sconforto.
Qualche
giorno prima della nascita avevo visto alla tv una giovane down italiana che,
alle olimpiadi per disabili, aveva conquistato non so che medaglia
d'oro.
Il
servizio mostrava la grande dedizione dei genitori verso questa
figlia meno fortunata e gli ottimi risultati ottenuti sul piano della
felicità della ragazza.
La nonna
del bambino appena nato, dopo i primi momenti, ha reagito con vigore
dando tutta la sua disponibilità a quella famiglia perchè il bimbo
possa avere il massimo di cure, attenzioni, possibilità.
La nonna
è disposta a impiegare il resto della sua vita al servizio di questo
nato.
Invece per i
genitori vi è un cambio radicale di prospettiva. Possono pensare che
la loro vita sia rovinata. E il pensiero che la loro vita, ancora
lunga, sia ormai tutta indirizzata in quest'unica direzione, può
gettare nello sconforto.
Per un
vecchio è diverso (penso alla nonna).
La vita
è già stata in parte compiuta.
Se si
sacrifica quel che resta per un unico obbiettivo, ciò non è una
tragedia.
Vi è
diversità fra vecchi e giovani nell'affrontare le tragedie.
(L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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