09 dicembre 2015

Far passare il tempo (15-186)

Far passare il tempo. (15-186)
Vedo vecchi che giocano a carte. Altri che fanno dei solitari. Altri guardano la tv.
Il primo impulso è quello di pensare: ”Dio, come sprecano il loro tempo!”
Infatti, potrebbero leggere, dedicarsi ai nipoti, fare qualcosa di utile.
Nel mio pensiero c'è un giudizio severo sul loro modo di vivere.
Sbaglio.
È forse migliore la mia scelta di leggere continuamente libri sull'alimentazione?
O anche quella di continuare a lavorare?
Faccio autocritica.
(Ma è un'autocritica che non elimina un pensiero recondito: in fondo in fondo le mie scelte sono migliori. Io sono migliore.)

Stamattina la mia compagna mi ha dato lo spunto per un pensiero diverso.
Elencando gli impegni che aveva questa settimana, è sbottata: “Tutto serve a far passare il tempo, finchè finisce la vita.”
E' così.
Giocare a carte, leggere libri, dedicarsi agli altri: sono tutti modi per far passare il tempo.
Finche non moriamo.
Non c'è differenza di qualità individuale. Sono tutti modi leggittimi.
C'è differenza di qualità sociale.
Questo sì.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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