Far
passare il tempo. (15-186)
Vedo
vecchi che giocano a carte. Altri che fanno dei solitari. Altri
guardano la tv.
Il
primo impulso è quello di pensare: ”Dio, come sprecano il loro
tempo!”
Infatti,
potrebbero leggere, dedicarsi ai nipoti, fare qualcosa di utile.
Nel
mio pensiero c'è un giudizio severo sul loro modo di vivere.
Sbaglio.
È
forse migliore la mia scelta di leggere continuamente libri
sull'alimentazione?
O
anche quella di continuare a lavorare?
Faccio
autocritica.
(Ma
è un'autocritica che non elimina un pensiero recondito: in fondo in
fondo le mie scelte sono migliori. Io sono migliore.)
Stamattina
la mia compagna mi ha dato lo spunto per un pensiero diverso.
Elencando
gli impegni che aveva questa settimana, è sbottata: “Tutto serve a
far passare il tempo, finchè finisce la vita.”
E'
così.
Giocare
a carte, leggere libri, dedicarsi agli altri: sono tutti modi per
far passare il tempo.
Finche
non moriamo.
Non
c'è differenza di qualità individuale. Sono tutti modi leggittimi.
C'è
differenza di qualità sociale.
Questo
sì.
(L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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