05 dicembre 2015

Assistenza (15-185)

Assistenza. (15-185)
I vecchi hanno bisogno di assistenza. È inevitabile.
Non dico i vecchi-giovani, ma dopo gli ottanta si perdono troppe abilità per farcela da soli.
Minor lucidità, minor mobilità, minori energie.
In genere se ne occupano le famiglie (i figli), almeno nel mio paese.
A volte non basta.
Prima che intervengano i cosiddetti badanti, veri e propri schiavi, che vigilano notte e giorno l'anziano, possono esserci altri aiuti.
Esempio: i vicini di casa.
Ho già scritto di condomìni (in un'altra regione del mio paese, nella quale vi è più vita sociale), costituiti prevalentemente da anziani, nei quali ci si organizza in modo che i vecchi ancora abili, aiutino i vecchi più anziani (non so chi l'ha detto, ma è vero: il parente più stretto è il vicino di casa).

A pensarci bene le persone più adatte a prendersi cura degli anziani sono proprio gli anziani stessi (quelli un po' più abili, quelli un po' più giovani).
Chi meglio di un anziano può capire un anziano?
E poi vi sarebbe un autentico scambio fra i due soggetti, assistito e assistente.
L'assistito avrebbe piccoli servizi, di cui ha bisogno.
Ma anche l'assistente trarrebbe beneficio dal contatto con uno molto anziano: quest'ultimo, con la sua stessa esistenza, svelerebbe al più giovane che cos'è l'ultima parte della vita.
Della quale nessuno sa niente (gente di età più giovane non saprebbe che farsene di queste informazioni).
Uno già vecchio considererebbe preziosa la presenza del molto-vecchio.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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