Mi
sono abituato.* (15-162)
Devo
essermi abituato alla vecchiaia.
Mi
sembra un'età normale. Ho settant'anni e mi pare di essere nel pieno
della vita.
I
primi anni ero in apprensione (dopo i 65). Vedevo segni di decadimento dappertutto.
Ora
non ci sono più.
Oppure
non li vedo più.
Non
me ne preoccupo, vivo e basta.
Sono
entrato in questo nuovo luogo chiamato vecchiaia, con paura e
tremori.
Ma,
dopo alcuni anni, sono cessati.
Entrando
nella vecchiaia avevo una prospettiva lunga, uno sguardo lungo.
Mi
preoccupavo di cose che sarebbero capitate dopo dieci o vent'anni.
Forse
è solo cambiata la prospettiva. Ho uno sguardo più corto. Mi
preoccupo meno degli anni remoti futuri (dieci o venti).
In
questo nuovo luogo mi sono ormai ambientato.
E
ci sto bene.
(L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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