Vecchio
sarà lei! (15-082)
Questo
il titolo dell'ennesimo articolo sulla vecchiaia.
Sul giornale
mensile (due milioni di copie!) delle Coop, grossa catena di
supermercati, che si qualifica per una particolare attenzione al
consumatore, all'ambiente, al sociale.
C'è
addirittura una ripresa in prima pagina col titolo: Vecchio a chi?
L'articolo
non è banale, nonostante la solita cautela. Dà consigli su una
buona vecchiaia: movimento, poco cibo (frutta, verdura, pesce, poca
carne rossa), esercitare la mente, fuggire la solitudine. Si dice
perfino no all'alcol, anche se l'indicazione è sepolta fra altre
affermazioni e non ha il primo posto, come meriterebbe, visti i danni
enormi proprio alla terza età da parte delle bevande alcoliche.
Non male
dunque.
Sono i
titoli che tradiscono il pregiudizio di fondo. Cioè il rifiuto della
vecchiaia.
Rarissimi
gli articoli che trattino dell'importanza della vecchiaia,
nell'economia di una vita (lunga). Assenti quelli che trattano della
fine.
E quasi
sempre chi li scrive non è un grande vecchio.
Ma un
uomo di mezz'età, o un vecchio giovane.
Fin che
i vecchi non si appropriano del microfono per parlare della vecchiaia
dal punto di vista dei vecchi, nulla cambierà.
Continueremo
a leggere cose anche interessanti, ma da un'ottica sbagliata.
(L’indice per argomenti
del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La
sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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