Pastiglie
(2). (15-077)
Quando
i vecchi si incontrano, talvolta fanno a gara coi numeri di pastiglie
che assumono ogni giorno. Chi cinque, chi sette, chi ... più.
Ciò
che colpisce è la disinvoltura con cui i medici prescrivono farmaci
… a vita.
Lo
fanno anche con pazienti di età inferiore. Cioè i vecchi non sono
dei privilegiati nel ricevere somministrazioni di pasticche. Ma con
loro, i medici ci vanno a cuor leggero.
Gli
effetti dannosi dei farmaci sono in qualche modo mescolati con gli
effetti dannosi della vecchiaia.
Un
vero e proprio mascheramento.
Non
credo che sia noncuranza legata al fatto che la responsabilità
svanisca.
Coi
vecchi, intendo.
Penso
invece che sia un'idea profonda: quando trovo la pastiglia che fa
star meglio, il mio compito si esaurisce lì. Non importa riportare
la salute. Importa tamponare una situazione.
Ricordo
un'intervista di Umberto Veronesi in cui confessava un suo sogno:
trovare un farmaco da somministrare alle donne per evitare il cancro
al seno.
A
tutte le donne.
A
scopo preventivo.
A
tutte le donne?!
Per
evitare la piccola percentuale di donne che si ammalano di cancro al
seno e l'ancor più piccola percentuale di quelle che ne muoiono,
somministriamo pastiglie a tutte le donne del mondo?
A
me sembra aberrante.
Non
sarebbe meglio fare ricerca in altre direzioni, invece che su un
farmaco?
Resta
il fatto: noi vecchi siamo molto farmacolizzati.
È
la via maestra della medicina moderna.
Ho
il sospetto che i vecchi siano cavie inconsapevoli.
(L’indice per argomenti
del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La
sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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