Isolamento. (15-033)
La vita di coppia ha dei
vantaggi. Da vecchi, intendo. Ti fa accorgere di aspetti della vita
che non vedresti, vivendo da solo.
Mia moglie mi dice (da
tempo) che sono poco presente nella vita di famiglia (in sostanza,
noi due). Parlo meno, comunico meno. Mi sono come ritirato.
Confesso che le prime
volte che lo diceva, non le davo ascolto. Mi sembrava la solita
lamentela delle donne nei confronti degli uomini. Poi però …
E' vero. Mi sto isolando.
Finora non ne avevo preso
coscienza perchè lo star da solo mi ha sempre attirato.
Ricordo l'emozione provata nella lettura di Robinson Crusoe,
il romanzo di Defoe, sulle vicende di un naufrago in un'isola deserta
(lo voglio rileggere).
Qualcuno ha detto che
dopo i quaranta-cinquant'anni, l'essere umano accelera la propria
individuazione, cioè diventa individuo in senso compiuto,
bastante a se stesso. E questa è la parte positiva della questione.
Ma adesso pare che sia
altro. C'è di più. Non è solo bastare a se stessi, essere capaci
di star da soli. È isolarsi, evitare le relazioni. Anche quando vado
al parco con i cani, mi hanno detto che sembro preferire di stare per
conto mio. Sembro subire gli incontri fra padroni di cani,
piuttosto che cercarli.
Ricordo che una
conoscente, riferendosi a suo marito, ormai in pensione, lo
descriveva come chiuso nel suo studio ad ascoltare musica, rifuggendo
da incontri con la gente.
La tendenza a isolarsi è
propria della vecchiaia?
(L’indice per argomenti
del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La
sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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