24 marzo 2015

Increduli (15-045)

Increduli. (15-045)
Ieri scrivevo della vicina quasi novantenne, che arranca salendo le scale, forse per una lesione a un menisco. Era sconsolata per questo nuovo impedimento al movimento. Molto sorpresa che le fosse capitato un accidente simile.
Un paio d'anni fa, parlando col marito, fui colpito da questa sua affermazione: “ Non mi par vero di essere diventato così vecchio!”
Il dono di Prometeo agli uomini (la cecità di fronte alla morte prossima) funziona alla grande, se neppure a (quasi) novant'anni ci si capacita della propria condizione di vecchi.
Eppure razionalmente si deve sapere che a un certo punto il corpo si rompe e non si riaggiusta (con le conseguenti disabilità). 
Si deve sapere che vecchiaia estrema significa disabilità che si sommano una dopo l'altra. 
Si deve sapere che si muore. 
Eppure si sposta questo termine oltre il proprio orizzonte temporale, quasi in una dimensione metafisica, invece che reale.
Eh già, me lo dico adesso, che sono un vecchio giovane.
Chissà se me lo ricorderò quando avrò quell'età.
Temo che l'istinto di sopravvivenza giocherà anche a me lo stesso scherzo.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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