Non
è vero. (14-153)
"La
vecchiaia è una lunga attesa della morte" dice il pessimista.
Più chiaro:
il vecchio pensa solo alla sua morte. Trascorre tutto il tempo
nell'attesa della fine.
Non
è vero.
Neppure
per gli ultimissimi anni di vita.
Lo
slancio vitale è così poderoso che, anche nell'anno di vita che
precede la nostra morte, pensiamo ad altro.
Una
conoscente novantenne, al dottore che si raccomandava che non facesse
stravizi in campo alimentare, rispose: "Vada a quel paese!
Stasera mangerò baccalà."
Lo
fece e il giorno dopo morì.
Non
aveva percezione di essere a un punto della vita in cui si può morire in
qualsiasi momento.
Anche
pochi giorni prima della nostra morte non abbiamo sentore che stiamo
per finire.
Nel
mito greco di Prometeo, questa cecità di fronte alla fine è un
dono/inganno della divinità. Dono perchè ci permette di
sopravvivere. Di vivere senza essere paralizzati dall'angoscia del
pensiero della fine. Inganno perchè ci nasconde la realtà.
Io
penso che sia normale non pensare continuamente alla
morte.
Siamo
dei viventi. La nostra esperienza è la vita. Non abbiamo esperienza
della morte.
Da
vecchi abbiamo imparato a vivere.
Non
abbiamo imparato a morire.
(L’indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
Nessun commento:
Posta un commento