06 agosto 2014

Non è vero (14-153)

Non è vero. (14-153) 
"La vecchiaia è una lunga attesa della morte" dice il pessimista.
Più chiaro: il vecchio pensa solo alla sua morte. Trascorre tutto il tempo nell'attesa della fine.
Non è vero.
Neppure per gli ultimissimi anni di vita.
Lo slancio vitale è così poderoso che, anche nell'anno di vita che precede la nostra morte, pensiamo ad altro.
Una conoscente novantenne, al dottore che si raccomandava che non facesse stravizi in campo alimentare, rispose: "Vada a quel paese! Stasera mangerò baccalà."
Lo fece e il giorno dopo morì.
Non aveva percezione di essere a un punto della vita in cui si può morire in qualsiasi momento.
Anche pochi giorni prima della nostra morte non abbiamo sentore che stiamo per finire.
Nel mito greco di Prometeo, questa cecità di fronte alla fine è un dono/inganno della divinità. Dono perchè ci permette di sopravvivere. Di vivere senza essere paralizzati dall'angoscia del pensiero della fine. Inganno perchè ci nasconde la realtà.
Io penso che sia normale non pensare continuamente alla morte.
Siamo dei viventi. La nostra esperienza è la vita. Non abbiamo esperienza della morte.
Da vecchi abbiamo imparato a vivere.
Non abbiamo imparato a morire.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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