07 luglio 2014

Speranze (14-130)

Speranze. (14-130) 
Sono stato qualche giorno in ferie. Nell'alberghetto dove pernottavo ho incontrato una signora, buona conoscente di un personaggio pubblico italiano. Ho saputo che il personaggio in questione è malato di cancro e forse è prossimo alla morte.
Sono dispiaciuto (anche se è molto anziano). È una persona nota per le sue battaglie civili e per le sue ricerche scientifiche. È noto anche per essere un vegetariano.
Il mio dispiacere nasce soprattutto da quest'ultima sua peculiarità.
È un anziano ed è vegetariano.
Nella mia ingenuità pretendevo che non potesse ammalarsi di cancro. L'ho detto in famiglia. Si sono meravigliati del mio stupore.
Veramente ti spettavi che un vegetariano non potesse ammalarsi di cancro?” mi è stato detto e anche:” Ti aspettavi che un anziano non potesse morire di malattia?”
Capisco di essere troppo ingenuo, ma voglio comunque ribadirlo. Nella ricerca di questi due anni di diario, ho analizzato il rapporto tra vecchiaia e malattie. Un punto d'arrivo che mi sembra di aver raggiuto è il seguente: non è vero che la vecchiaia porti inevitabilmente le malattie. Non è vero che morte significhi sempre morte per una qualche malattia.
È solo un'idea, d'accordo.
Andrebbe dimostrata, d'accordo.
È una speranza, però.
Per questo sono dispiaciuto.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 sitrova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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