20 maggio 2014

Dietro la porta (14-98)

Dietro la porta. (14-98)
In casa conserviamo poco delle nostre famiglie d'origine. Non i mobili, quasi tutti distribuiti fra i figli o regalati. Pochi gli oggetti. Poche le fotografie.
Della mia famiglia ho raccolto gli oggetti in un baule, da dare a mio figlio, quando morirò. E il baule è in cantina.
Dei miei suoceri abbiamo conservato un diploma al merito del lavoro, ricevuto quando sono andati in pensione. Diploma appeso in soggiorno. Dietro una porta!
Le generazioni hanno la memoria corta. Si ricordano dei vivi. Di sè e dei figli. Altri finiscono nel dimenticatoio.
La vita esige la vita. I vivi ricordano solo i vivi. I morti non ci sono più. Si fatica a serbare oggetti, ricordi. Perfino a parlarne, se non di tanto in tanto.
Ciò vale naturalmente anche per noi. Quando saremo morti, se ne dimenticheranno in fretta. Proprio come stiamo facendo coi nostri genitori.
Sappiamo profondamente che non ci sono più, i morti. Non fanno più parte delle relazioni.
E così ci si dimentica di loro.
È il ciclo vitale, nessuna meraviglia.
Anche noi finiremo dietro la porta.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107.
La sintesi del 2012 sitrova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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