Dietro
la porta. (14-98)
In
casa conserviamo poco delle nostre famiglie d'origine. Non i mobili,
quasi tutti distribuiti fra i figli o regalati. Pochi gli oggetti.
Poche le fotografie.
Della
mia famiglia ho raccolto gli oggetti in un baule, da dare a mio
figlio, quando morirò. E il baule è in cantina.
Dei
miei suoceri abbiamo conservato un diploma al merito del lavoro,
ricevuto quando sono andati in pensione. Diploma appeso in soggiorno.
Dietro una porta!
Le
generazioni hanno la memoria corta. Si ricordano dei vivi. Di sè e
dei figli. Altri finiscono nel dimenticatoio.
La
vita esige la vita. I vivi ricordano solo i vivi. I morti non ci sono
più. Si fatica a serbare oggetti, ricordi. Perfino a parlarne, se
non di tanto in tanto.
Ciò
vale naturalmente anche per noi. Quando saremo morti, se ne
dimenticheranno in fretta. Proprio come stiamo facendo coi nostri
genitori.
Sappiamo profondamente che non ci sono più, i morti. Non fanno più parte delle
relazioni.
E
così ci si dimentica di loro.
È
il ciclo vitale, nessuna meraviglia.
Anche
noi finiremo dietro la porta.
(L’indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107.
La
sintesi del 2012 sitrova alla pagina 14-41.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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