Così
come sono. (14-101)
Mi
hanno detto che questo diario è deprimente. Trasuda pessimismo,
paura, inquietudine.
E poi è mono-tematico; affronta
prevalentemente temi legati a fattori fisici (cibo, perdite,
incapacità).
Da
queste parole sembra che io stia vivendo la mia vecchiaia in modo
molto negativo. Oppure nel migliore dei casi in modo malinconico.
Prendo
atto.
Le
parole scritte sono quel che sono. Se comunicano sentimenti negativi
è colpa mia.
Eppure
non sto vivendo la mia vecchiaia in modo tragico.
Tutt'altro.
Sono
contento di come sono e anche del mio essere vecchio. Ho prospettive
di vita in questa vecchiaia. Mi sono anzi convinto che non sarà
breve. Che ci sarà tempo per vivere un'altra tranche consistente
di vita.
Sono
diverso dalle mie parole?
Sono
incapace di scrivere il mio stato profondo? Oppure il mio strato
profondo è proprio quello che traspare dalle parole?
Non
so.
Ma
io non sto male.
Nè
la vecchiaia mi ha depresso.
Mi dico e voglio dire ai vecchi:" Tranquilli, la vecchiaia non è male, ci sono soddisfazioni impagabili nell'aver vissuto molto. Anche finire la vita, avanti negli anni, sarà una cosa naturale e desiderata."
(L’indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107.
La
sintesi del 2012 sitrova alla pagina 14-41.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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