06 marzo 2014

Storie di vecchi (14-48)

Storie di vecchi. (14-48)
Un conoscente, vecchio, mi racconta:” Vado poco al bar. E se ci vado è solo per un caffè. Quando sono al bancone di un bar del quartiere, a volte si avvicina qualcuno degli avventori, vecchi, per lo più (ci conosciamo tutti). Scambia con me qualche parola. Mi parla del più e del meno, si interessa a me. Per cortesia gli chiedo se posso offrirgli qualcosa – Sì, un bicchiere di vino .̶ è la risposta più frequente. Avutolo, la persona si dilegua. Letteralmente scompare. Torna al suo tavolino. Ha ottenuto quel che voleva. Di me non gli interessa più. In questo modo già a fine mattina questi vecchi si sono bevuti 4-5 bicchieri.”
Il giudizio del conoscente è negativo, sia per l'alcol che questi vecchi si scolano, sia per la perdita di dignità nel farsi pagare bicchieri di alcolici da conoscenti.
Continua:” Raggiunta la pensione, alcuni si fiondano nei bar o nelle osterie. Vivono di vino. Lo si vede dai ventri enormi, dal camminare incerto, dalla perdita di interesse per qualcos'altro. Poi, magari, a casa, a pranzo, non toccano alcol. Si vantano anzi di non bere a pasto. Quasi che l'acqua bevuta al pasto li purifichi dell'alcol bevuto in precedenza. Io non mi ridurrò mai così. Preferisco continuare a lavorare.”
Due modi diversi di vivere la vecchiaia.
Senza via di mezzo.
Vecchi dignitosi e vecchi perduti.
Vecchi alcolisti, questi ultimi.
Vecchiaia e alcolismo vanno di pari passo.
Ma non per tutti.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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