27 febbraio 2014

In sintesi (14-41)

In sintesi. (14-41)
Ho riletto le pagine del diario del primo anno (2012). Ne ho fatto dei riassunti, mese per mese. Li ho chiamati Bilanci, a dicembre 2013 e gennaio 2014.
Adesso cercherò di fare una sintesi globale.
La sintesi della mia visione della vecchiaia, in quel primo anno.

Ero curioso di osservare la vecchiaia: in me, negli altri, nei più vecchi. Di registrarne i segnali. E i segnali più evidenti erano le perdite. Stavo diventando vecchio e ogni giorno perdevo qualcosa. La vita è una parabola e stavo vivendo il suo ramo discendente.
La perdita più dolorosa, la salute. Le malattie accompagnano la vecchiaia, pensavo. Le malattie sono necessarie: servono per morire. Ma già nei primi mesi ho capito che malattie e vecchiaia non sono sorelle. Gran parte delle malattie sono il risultato dello stile di vita. Di tutta la vita, prima della vecchiaia. Ma anche dello stile di vita durante la vecchiaia!
C'è bisogno di aiuti. Prima di tutto di un geriatra, che ti consigli bene in questa nuova fase della vita. E poi bere acqua e assumere cibi contenenti antiossidanti (curcuma, mirtillo, arance, tè verde, ciliegie ...).
La vecchiaia non riguarda solo il corpo. C'è la psiche.
Mutamenti psichici: si perdono motivazioni, subentra la noia. Si è sorpresi di esser vecchi, persino a ottant'anni. Si è preda di paure: perdere autonomia, capacità, movimento. Si desidera di più la compagnia: di un coniuge, di una famiglia. Si patisce la perdita di un ruolo sociale, quello dato dal lavoro. In vecchiaia è meglio continuare a lavorare. A ritmi più ridotti, che ci lascino il tempo di pensare al nostro diventar vecchi.
Si patisce anche che il nostro bagaglio di saperi ed esperienze non sia più utilizzato da nessuno.
Ci sono i lati positivi. La vecchiaia ti richiama a essere prudente, soprattutto attento, vigile. Ma la grande positività della vecchiaia sono ... i molti anni vissuti! Sembra un'ovvietà, ma è molto profondo, se ci si riflette.
E la vecchiaia è insuperabile nel regalarti momenti magici; come quando così, di colpo, senza motivo, capisci la vita, ne comprendi il significato, e tutto acquista un senso. Un miracolo!
Prospettive? Ce ne sono. Socializzare la vecchiaia. Frequentare vecchi, avviare una riflessione, un confronto. Imparare da chi la vive meglio. Dalle donne, per esempio, che diventano vecchie ... dieci anni più tardi!
E poi il mistero dell'ultima fase. Fare testamento biologico, perchè altri non decidano per noi. Conoscere la morte, per diminuire l'angoscia nei confronti del finire. Imparare a lasciarsi andare, come allenamento a lasciar la vita. Accettare il distacco dalla vita dell'ultima fase.
L'ultima vecchaia è la più difficile. È quella che spaventa di più gli anziani.
Prima di quella la vita è ancora piena.
La vita di un vecchio non è l'anticamera della morte.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

Nessun commento:

Posta un commento