In
sintesi. (14-41)
Ho
riletto le pagine del diario del primo anno (2012). Ne ho fatto dei
riassunti, mese per mese. Li ho chiamati Bilanci, a dicembre 2013 e
gennaio 2014.
Adesso
cercherò di fare una sintesi globale.
La
sintesi della mia visione della vecchiaia, in quel primo anno.
Ero
curioso di osservare la vecchiaia: in me, negli altri, nei più
vecchi. Di registrarne i segnali. E i segnali più evidenti erano le
perdite. Stavo diventando vecchio e ogni giorno perdevo qualcosa. La
vita è una parabola e stavo vivendo il suo ramo discendente.
La
perdita più dolorosa, la salute. Le malattie accompagnano la
vecchiaia, pensavo. Le malattie sono necessarie: servono per morire.
Ma già nei primi mesi ho capito che malattie e vecchiaia non sono
sorelle. Gran parte delle malattie sono il risultato dello stile di
vita. Di tutta la vita, prima della vecchiaia. Ma anche dello stile
di vita durante la
vecchiaia!
C'è
bisogno di aiuti. Prima di tutto di un geriatra, che ti consigli bene
in questa nuova fase della vita. E poi bere acqua e assumere cibi
contenenti antiossidanti (curcuma, mirtillo, arance, tè verde,
ciliegie ...).
La
vecchiaia non riguarda solo il corpo. C'è la psiche.
Mutamenti
psichici: si perdono motivazioni, subentra la noia. Si è sorpresi di
esser vecchi, persino a ottant'anni. Si è preda di paure: perdere
autonomia, capacità, movimento. Si desidera di più la compagnia: di
un coniuge, di una famiglia. Si patisce la perdita di un ruolo
sociale, quello dato dal lavoro. In vecchiaia è meglio continuare a
lavorare. A ritmi più ridotti, che ci lascino il tempo di pensare al
nostro diventar vecchi.
Si
patisce anche che il nostro bagaglio di saperi ed esperienze non sia
più utilizzato da nessuno.
Ci
sono i lati positivi. La vecchiaia ti richiama a essere prudente,
soprattutto attento, vigile. Ma la grande positività della vecchiaia
sono ... i molti anni vissuti! Sembra un'ovvietà, ma è molto
profondo, se ci si riflette.
E
la vecchiaia è insuperabile nel regalarti momenti magici; come
quando così, di colpo, senza motivo, capisci
la vita, ne
comprendi il significato, e
tutto acquista un senso. Un miracolo!
Prospettive?
Ce ne sono. Socializzare la vecchiaia. Frequentare vecchi, avviare
una riflessione, un confronto. Imparare da chi la vive meglio. Dalle
donne, per esempio, che diventano vecchie ... dieci anni più tardi!
E
poi il mistero dell'ultima fase. Fare testamento biologico, perchè
altri non decidano per noi. Conoscere la morte, per diminuire
l'angoscia nei confronti del finire. Imparare a lasciarsi andare,
come allenamento a lasciar la vita. Accettare il distacco dalla vita
dell'ultima fase.
L'ultima
vecchaia è la più difficile. È quella che spaventa di più gli
anziani.
Prima
di quella la vita è ancora piena.
La
vita di un vecchio non è l'anticamera della morte.
(L’indice per
argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina
107)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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