18 novembre 2013

Il nodo della cravatta (406)

Il nodo della cravatta. (406)
Qualche giorno fa. Era mattina presto. Mi stavo vestendo, in modo formale, per andare a un incontro di lavoro. Vestito con giacca, camicia bianca, cravatta. Al momento della cravatta mi faccio il nodo. Incredibile! Non mi viene. Cioè non riesco a fare il nodo della cravatta. Panico. Penso subito di star perdendo facoltà mentali. Di sicuro perdo memoria.
Possibile che non mi riesca? Riprovo. Niente da fare. Ci rinuncio. Esco senza.
Confesso di essere uscito di casa abbattuto. Quando sono rientrato ci ho riprovato. Ancora niente. Mi si è inceppato quel meccanismo automatico che un tempo mi faceva fare i nodi senza pensarci.
Senza pensarci. Questo è il punto.
E' un'operazione che ho sempre fatto senza consapevolezza. Automaticamente.
Nella mia vita non ho molto amato le cravatte. Quando ho potuto, non le ho messe. Da giovane non sapevo fare il nodo. Non l'ho mai imparato. È stato verso i cinquant'anni che ho voluto imparare. Un amico di mia figlia si è prestato a insegnarmelo. L'ho appreso meccanicamente. Senza approfondire i significati dei gesti che facevo. L'ho imparato bene. Lo facevo senza problemi. Anche se di nodi durante l'anno ne facevo pochi.
Entrato nella vecchiaia, di nodi ne ho fatti sempre meno. Non mi sono tenuto in esercizio. Finchè è arrivato il momento in cui ho disimparato. Ed è capitato quando sono diventato vecchio.
In vecchiaia è come se fossimo chiamati a essere più coscienti in tutto ciò che facciamo. Non funzionano più gli automatismi. Bisogna avere più consapevolezza. Nella guida dell'auto, nello scendere le scale, nell'attraversare la strada.
Vecchi, più coscienza!

(Ho riprovato a fare il nodo ieri. Dopo qualche tentativo mi è riuscito. Sono stato attento ai gesti. Ho capito i significati delle operazioni. Adesso lo so fare coscientemente.)

(L’indice per argomenti delle prime 300 pagine del diario si trova a pagina 300.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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