14 ottobre 2013

Domande (374)

Domande. (374)
Un vicino di casa, anziano, è morto in questi giorni. Ne ho visto la locandina funebre affissa a un palo della luce. Probabilmente viveva in una casa di riposo, perché non lo vedevo più da tempo. Le ultime volte che l’ho incontrato era molto pallido e si muoveva a fatica. Un crollo, rispetto alla sua vivacità di un tempo. 

Aveva 78 anni. Relativamente giovane. Comunque non vecchissimo. Non è stata una morte prematura. Morire a ottant’anni (circa) ci sta. Nessuno si scandalizza.
Mi son fatto una domanda: perché c’è chi muore a settanta e chi a novanta? Vent’anni in più non sono pochi. Certo, la genetica. Ognuno ha il suo patrimonio genetico che lo fa finire prima o dopo. Ma vent’anni in più o in meno sono tanti.
Allora? Le malattie? Probabilmente sì.
In un vecchio malattie e vecchiaia si confondono. Cioè si dà per scontato che le malattie siano la normalità della vecchiaia. Per cui uno può morire di vecchiaia o di malattie. È lo stesso.
È proprio così? Un corpo vecchio, penso, ha meno difese. Le malattie lo aggrediscono  di più.
È vero?
Ho un’altra idea, invece. La genetica conta. Ma lo stile di vita conta. Per stile di vita intendo tutto quello che facciamo entrare nel corpo e lo intossica. Per esempio, l’alcol. Per esempio, il fumo.
O il cibo. O le radiazioni del telefono cellulare.
Dovremmo essere molto più cauti con le nostre abitudini, visto che da vecchi le difese sono ridotte. Proprio perché in vecchiaia le difese si riducono, dovremmo ridurre di conseguenza le intossicazioni.

Lo stile di vita conta molto, per una vecchiaia sana.

(L’indice per argomenti delle prime 300 pagine del diario si trova a pagina 300.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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