25 settembre 2013

Tappeti (358)

Tappeti. (358) 
Ieri mattina stavo uscendo per la solita passeggiata con i cani. Per le scale mi ferma la vicina anziana (ottantenne). Mi mostra l’occhio destro, cerchiato di blu. E mi racconta. 
Scendendo dal letto è caduta e la faccia è andata a sbattere sullo spigolo di un mobile. L’arcata del sopracciglio ha protetto l’occhio. Altrimenti si sarebbe ferita seriamente al bulbo oculare. “Lassù qualcuno mi protegge!”, ha esclamato. Mi sono rallegrato con lei per lo scampato pericolo.
Le ho chiesto se ai piedi del letto c’era il tappetino scendiletto. Mi ha risposto di sì, aggiungendo che è stato proprio questo che l’ha fatta scivolare. Allora ho concluso che era arrivato il momento di eliminare i tappeti di casa. E’ rimasta perplessa. Non sapeva dove metterli! (ne ha altri anche in bagno e in soggiorno).
Mi stupisco come gli anziani siano privi di buon senso. In tarda età la deambulazione si fa più incerta. Basta poco per cadere. Ogni caduta poi ha effetti rovinosi sul corpo del vecchio. Dovrebbe essere automatico che dopo i settanta, settantacinque anni, i tappeti di casa debbano sparire. Si dovrebbe sapere che la maggior parte degli incidenti (di tutti, non solo dei vecchi!) avvengono in casa.
Ecco una banale norma di prudenza che non viene messa in atto. E se i vecchi non ci pensano dovrebbero essere i figli che intervengono.
Bisogna augurarsi di avere qualche piccolo incidente che ci faccia decidere a eliminare i tappeti, prima che un incidente grosso ci renda invalidi.
 

(L’indice per argomenti delle prime 300 pagine del diario si trova a pagina 300.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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