18 giugno 2013

Superare i limiti. (264)
Nel mio giro pomeridiano coi cani, ho visto un anziano. Camminava a stento. Portava una bicicletta. Come appoggio. Chiamava: ”Titti!” Evidentemente il suo gatto.
A un tratto è salito in bicicletta e lentamente si è messo in moto. L'ho seguito con lo sguardo. Temevo che cadesse.
Che cosa spinge un individuo in difficoltà a salire in bicicletta? Quello della bicicletta è un equilibrio instabile.
Lo stesso ho visto fare con un motorino.
Si vogliono superare i propri limiti. Andare in bici (o in moto!) consente di muoversi. Quando ormai le gambe non reggono più.
E' un rischio elevato. Quelle stesse gambe dovranno essere appoggiate a terra quando si smonterà dalla bici, oppure dovranno frenare (moto). E se non lo faranno?
E' frequente vedere questi vecchi. E' un prodotto della vecchiaia? O un atteggiamento che attraversa tutte le età? Quando un giovane si compra una moto veloce, chiaramente non accetta i propri limiti. Quel giovane in vecchiaia guiderà la bici, la moto o l'auto anche se non è più in grado di camminare.
Comportasse soltanto un rischio per se stessi, passi. Ma tutti questi anziani circolano sulle strade.
Possono fare molto danno.
Un conto è sforzarsi di fare quello che ci procura fatica (il camminare, magari con un bastone). Un altro è fare quello che non si può più fare, se non con pericolo di altri.
Senso di responsabilità.

(L'indice per argomenti delle prime 218 pagine di questo diario si trova al n. 202)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com ).

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