29 maggio 2013

Futuro. (244)
A quarant'anni il mio futuro era avvolto nella nebbia. Riuscivo sì a immaginare l'estate e magari un viaggio che mi piaceva fare. Ma non di più. Vivevo molto nel presente. Che sarebbe successo cinque anni dopo? Dieci anni dopo? Non mi riguardava. Non ero neppure capace di figurarmelo. Il mio presente inglobava solo una piccola porzione di futuro
Adesso che sono vecchio abbraccio molti più anni dentro il mio orizzonte. Mi immagino con una certa facilità i prossimi dieci anni. Anzi li sento già presenti.
Fra vecchi e giovani c'è una diversa percezione del futuro. I giovani lo percepiscono in modo vago e nebuloso. I vecchi in modo definito e preciso.
Sarà perchè i giovani non hanno confini al loro tempo. Vivono come da immortali.
Mentre i vecchi hanno un futuro limitato.
Un futuro in scadenza.


(L'indice per argomenti delle prime 218 pagine di questo diario si trova al n. 202)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com ).

Nessun commento:

Posta un commento