Futuro. (244)
A quarant'anni il mio futuro era
avvolto nella nebbia. Riuscivo sì a immaginare l'estate e magari un
viaggio che mi piaceva fare. Ma non di più. Vivevo molto nel
presente. Che sarebbe successo cinque anni dopo? Dieci anni dopo? Non
mi riguardava. Non ero neppure capace di figurarmelo. Il mio presente
inglobava solo una piccola porzione di futuro
Adesso che sono vecchio abbraccio molti
più anni dentro il mio orizzonte. Mi immagino con una certa facilità
i prossimi dieci anni. Anzi li sento già presenti.
Fra vecchi e giovani c'è una diversa
percezione del futuro. I giovani lo percepiscono in modo vago e
nebuloso. I vecchi in modo definito e preciso.
Sarà perchè i giovani non hanno
confini al loro tempo. Vivono come da immortali.
Mentre i vecchi hanno un futuro
limitato.
Un futuro in scadenza.
(L'indice per argomenti delle prime 218
pagine di questo diario si trova al n. 202)
(per comunicazioni
private: holgar.pd@gmail.com
).
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