01 maggio 2013

A che serve la vecchiaia. (219)
Oggi piove. Ho i cani da portar fuori. E' sempre un problema, quando piove. Fortuna vuole che vicino a casa vi siano dei portici. Abbastanza lunghi da fare una camminata al coperto coi cani.
Altri padroni e cani fanno lo stesso percorso. I maschi si fermano, annusano e marcano il territorio. Uno spruzzetto di urina. Proprio quando i miei cani fanno così, un signore mi rimprovera. Danneggio il pilastro di casa sua! Non riesco a tacere. Proprio come quando ero giovane. Mi altero, lo aggredisco verbalmente, cerco di trovare delle ragioni. Me ne vado bestemmiando e dalla parte del torto.
Sempre così. Ho i cani da dieci anni. Gente che mi rimprovera per quello che fanno i miei cani ne trovo sempre. Dovrei essermici abituato. E invece...
Non sto calmo, non ignoro le loro parole, mi accaloro, passo dalla parte del torto. Inveisco.
Eppure, a freddo, so che basta tacere. O dare loro ragione, chiedere scusa. Andarmene. E invece...
Adesso sono vecchio. Ho preso coscienza della situazione. So riconoscerla anticipatamente. Posso imparare a comportarmi diversamente.
Me lo riprometto. La prossima volta sarà diverso. Tacerò. Ammetterò la mancanza.
Ecco il vantaggio di diventare vecchio. Un evento si è ripetuto tante e tante volte, se hai raggiunto la vecchiaia. Allora ne puoi prendere coscienza. Da vecchio hai avuto tempo. Per accorgerti del tuo difetto. Puoi imparare. Puoi migliorarti.
La vecchiaia serve.


(L'indice per argomenti di tutti i testi si trova al n. 202, aggiornato fino al 30 aprile, n. 218)
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