20 aprile 2013

Rabbia. (208)
Come molti vecchi, mi fermo a leggere i cartelloni lungo le strade. Specialmente le comunicazioni. Oggi ne ho letto uno sull'iscrizione all'albo dei giudici popolari. Non sapevo che esistessero (in Italia). I soliti requisiti: cittadinanza, buona condotta, fedina penale pulita. E poi l'età. Fra i 30 e i 65. 
Sono tagliato fuori! Tutti noi vecchi siamo tagliati fuori. 
Per regolamento, un giudice popolare non può essere anziano.
Ma come! Un compito complesso ma non faticoso, un compito che richiede ponderazione, saggezza, esperienza, proprio le doti di un anziano: e tu proibisci che venga svolto dagli anziani? Ma che logica c'è?
Mi è montata la rabbia. E poi la frustrazione. Non che ci tenessi a svolgere quella mansione. Ma sentirmene escluso, solo perchè vecchio, mi umilia.
La vecchiaia patisce molte limitazioni. Che ci si metta anche una legge dello stato ad aumentarle,  mi sembra assurdo.


 (L'indice per argomenti dei primi 200 scritti di questo diario, si trovano al numero 202)

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