Rabbia.
(208)
Come
molti vecchi, mi fermo a leggere i cartelloni lungo le strade.
Specialmente le comunicazioni. Oggi ne ho letto uno sull'iscrizione
all'albo dei giudici popolari. Non sapevo che esistessero (in
Italia). I soliti requisiti: cittadinanza, buona condotta, fedina
penale pulita. E poi l'età. Fra i 30 e i 65.
Sono tagliato fuori! Tutti noi
vecchi siamo tagliati fuori.
Per regolamento, un giudice popolare non
può essere anziano.
Ma
come! Un compito complesso ma non faticoso, un compito che richiede
ponderazione, saggezza, esperienza, proprio le doti di un anziano:
e tu proibisci che venga svolto dagli anziani? Ma che logica c'è?
Mi
è montata la rabbia. E poi la frustrazione. Non che ci tenessi a
svolgere quella mansione. Ma sentirmene escluso, solo perchè vecchio,
mi umilia.
La
vecchiaia patisce molte limitazioni. Che ci si metta anche una legge
dello stato ad aumentarle, mi sembra assurdo.
(L'indice
per argomenti dei primi 200 scritti di questo diario, si trovano al
numero 202)
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