24 marzo 2013

Meraviglia. (181)
Dolorosa, in questo caso. 
Il presidente del mio quartiere ha circa la mia età. L'ho conosciuto alcuni anni fa, durante le sedute del consiglio di quartiere. Dirigeva con abilità. 
Cessato il mandato, l'ho rivisto al supermercato. Accompagnava la vecchia madre. Ma dei due non avrei saputo dire chi fosse conciato peggio. Si muoveva lentamente, irrigidito. Mi son detto: è ammalato. 
Ieri sera, durante la passeggiata serale con i cani l'ho visto vicino a casa sua. Si muoveva con il deambulatore, quel carrello che serve a far muovere chi non si regge in piedi.
Stupore. Nel giro di pochi anni, si è invalidato completamente.
Nella mia città si dice che la meraviglia nasce in casa. Quando ti stupisci per ciò che capita ad altri, è perchè ce l'hai già dentro di te.
Che cosa mi ha così sorpreso? La rapidità del degrado? Il degrado stesso? O perchè mi sono identificato con lui? La vecchiaia l'ha colpito duramente. Può colpire anche me. Perchè io dovrei essere risparmiato? Una speranza: non è vecchiaia, è malattia. 
Sì, ma è pur sempre una malattia della vecchiaia.
Sono spaventato? Temo per il mio futuro, sempre più vicino?
Non ho risposte.
La meraviglia nasce proprio in casa.

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