18 febbraio 2013

Prometeo. (151) (altri: 147,145)
E’ un personaggio della mitologia greca. Secondo il mito fece dono agli uomini del fuoco. Per questo fu punito e scontò una pena atroce e perenne. Un’aquila gli divorava il fegato, ogni tre giorni, mentre egli era incatenato a una rupe.
Storiella incredibile, apparentemente. 
I doni di Prometeo agli uomini in realtà erano due: la tecnica (simboleggiata dal fuoco) e una sorta di cecità riguardo al destino inesorabile della morte. Prometeo distoglie lo sguardo degli uomini dalla loro morte ineluttabile. Fino a qui non si capisce la colpa né il tipo di pena.
In realtà Prometeo odia la morte, pur essendo egli immortale. E’ proprio quest’odio che viene punito. Perché sovverte l’ordine del cosmo. Nel suo atroce dolore continuato nel tempo, Prometeo giunge a non resistere più. Arriva a desiderare la morte, che non può venire perché egli è immortale. Ma, attraverso la sua pena, cambia atteggiamento verso la morte. Non la odia più. Perciò la sua pena termina.
Prometeo nel suo odio per la morte, sovverte l’ordine della natura, nella quale la morte è presente. Anzi la morte è necessaria.
Questo si trova nelle tragedie greche di 2500 anni fa. Durante le rappresentazioni il popolo pativa le sorti dei personaggi e capiva. Questioni fondamentali, come la vita e la morte.
Dire che è miracoloso è poco.
L'attualità del messaggio è stata curiosamente confermata da una notizia scientifica apparsa un anno fa sui giornali. E' stato scoperto che l'uomo non può evitare la morte. I meccanismi cellulari portano inevitabilmente alla morte ogni essere vivente.
Morire dobbiamo.
Meglio farsene una ragione.

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