17 gennaio 2013

La sbobba. (123)
Stamattina ho fatto colazione con dei ravanelli grandi bolliti e dei fiocchi di grano saraceno. Gusto deludente. Però dopo colazione sono stato bene. Cioè non ho avuto il solito male allo stomaco da iperacidità.            Ho la sfortuna di avere questo disturbo. Con l’andare degli anni ho  sofferto sempre di più la dieta normale. Non solo cappuccino e brioche. Anche muesli e frutta.
Il medico: “Devi prendere un farmaco che interviene sulla pompa protonica.” Mai. Ho cercato per conto mio. Finché mi sono imbattuto nella cosiddetta dieta acido base. Scelgo i cibi in base al residuo acido che lasciano dopo la digestione. Scelta faticosa, perché quasi tutto quello che si mangia normalmente è acido.
Hanno scoperto che in vecchiaia si diventa incapaci a neutralizzare i residui acidi del cibo. Così si crea una acidità generale, causa di infinite magagne.
Non so più se è stata sfortuna la mia malattia, o fortuna. Perchè sono stato costretto a cambiar dieta. E sto meglio.
Noi vecchi mangiamo quel che vogliamo. Quel che ci piace. Anzi ci attacchiamo al piacere del cibo, visto che altri piaceri svaniscono. Ma alla nostra età sembra che questo non sia più possibile. L’accumulo di acidità porta un sacco di guai. Ci diciamo che ormai alla nostra età nessun cibo ci può far più male. Errore. In vecchiaia il cibo fa star male.
Il cibo è determinante per una vecchiaia sana o malata.

Nessun commento:

Posta un commento