Colleghi.(116) (un altro, n. 7)
Spesso guardo i miei colleghi. Cioè i vecchi. Per cogliere in loro i segni della mia vecchiaia. Quasi li spio, per vedere come si comportano, a che grado di vecchiaia sono giunti. Faccio confronti. Un po’ mi rallegro, se li vedo più anziani. Un po’ mi sconforto, immaginando come sarò io. E’ come se volessi abituarmi a quell’immagine che darò di me, più avanti.
Il più delle volte sono in apprensione per loro, se li vedo incerti, confusi, lenti.
Ovviamente sono in apprensione per me stesso.
Spesso guardo i miei colleghi. Cioè i vecchi. Per cogliere in loro i segni della mia vecchiaia. Quasi li spio, per vedere come si comportano, a che grado di vecchiaia sono giunti. Faccio confronti. Un po’ mi rallegro, se li vedo più anziani. Un po’ mi sconforto, immaginando come sarò io. E’ come se volessi abituarmi a quell’immagine che darò di me, più avanti.
Il più delle volte sono in apprensione per loro, se li vedo incerti, confusi, lenti.
Ovviamente sono in apprensione per me stesso.
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