I tre passi di un vecchio.(59) (Specchio)
Era tardo pomeriggio. Ormai buio. Solito giro col cane. Per evitare incontri sgraditi, guardo sempre avanti, per saggiare se vi sono "ostacoli". Quando vedo altri cani, o mamme con bambini, o altro, cambio marciapiede.
C'era un vecchio, davanti a me. Mi fermo. Aspetto che entri nel cancello che aveva davanti (così pensavo). Perchè anche lui era fermo. Fa tre passi. Si ferma di nuovo. Salta il cancello. Aspetto, col mio cane. Fa ancora tre passi. Si ferma ancora. E' in difficoltà. Motoria? Mentale? Cambio marciapiede. Lo sorpasso, alla larga. Mi fermo più avanti e mi giro a osservarlo, senza dare troppo nell'occhio. Continua ad avanzare sempre a tre passi per volta. Sono incerto.
Mi fermo a chiedergli se ha bisogno d'aiuto? Lui continua. Non è traballante. Non sembra ubriaco. Ho ripreso la mia strada e sono tornato a casa.
Avrei dovuto chiedergli se aveva bisogno d'aiuto. Altre volte l'ho fatto. Ho chiamato il soccorso.
Il dubbio riguardava la comunicazione con lui. Mi sembrava che non ci sarebbe stata. E poi il cane avrebbe abbaiato.
Mi sono figurato che quella uscita da casa, fosse la sua ultima autonomia.
In quelle condizioni io cosà farò? gradirò che uno sconosciuto mi aiuti?
Ma è sempre meglio chiedere. Ho sbagliato.
Era tardo pomeriggio. Ormai buio. Solito giro col cane. Per evitare incontri sgraditi, guardo sempre avanti, per saggiare se vi sono "ostacoli". Quando vedo altri cani, o mamme con bambini, o altro, cambio marciapiede.
C'era un vecchio, davanti a me. Mi fermo. Aspetto che entri nel cancello che aveva davanti (così pensavo). Perchè anche lui era fermo. Fa tre passi. Si ferma di nuovo. Salta il cancello. Aspetto, col mio cane. Fa ancora tre passi. Si ferma ancora. E' in difficoltà. Motoria? Mentale? Cambio marciapiede. Lo sorpasso, alla larga. Mi fermo più avanti e mi giro a osservarlo, senza dare troppo nell'occhio. Continua ad avanzare sempre a tre passi per volta. Sono incerto.
Mi fermo a chiedergli se ha bisogno d'aiuto? Lui continua. Non è traballante. Non sembra ubriaco. Ho ripreso la mia strada e sono tornato a casa.
Avrei dovuto chiedergli se aveva bisogno d'aiuto. Altre volte l'ho fatto. Ho chiamato il soccorso.
Il dubbio riguardava la comunicazione con lui. Mi sembrava che non ci sarebbe stata. E poi il cane avrebbe abbaiato.
Mi sono figurato che quella uscita da casa, fosse la sua ultima autonomia.
In quelle condizioni io cosà farò? gradirò che uno sconosciuto mi aiuti?
Ma è sempre meglio chiedere. Ho sbagliato.
Esternazione più che commento: elogio dell'età, giro di boa, linea d'ombra se volete, che compendia consapevolezza. Serenità è troppo caratteristica individuale per essere generalizzata. L'aiuta la possibilità di vivere il presente, soprattutto, con un po' di futuro e un po' di passato, senza tracimare sull'uno o l'altro versante. Immagine di sé più veritiera. Più tempo libero per giocare, come si era dimenticato a fare. Già questa opportunità offerta dalla tecnologia per la comunicazione è un modo di sentirsi meno soli, più creativi, più vivi. Che la morte ci trovi vivi !
RispondiEliminaMi piace: "vivere il presente, con un po' di futuro e un po' di passato". E' centrato.
Elimina"Più tempo per giocare". Di questo non so. A meno che gioco non sia vero gioco, ma un gioco da grandi, tipo costruirsi un'apparecchiatura. Giocare a bocce, va bene? La bocciofila vicino a casa è piena di vecchi. Giocare a carte? Da giovane mi piaceva. Ora non ne provo l'interesse.
La tecnologia, sì. Ci permette di fare cose impensabili fino a dieci anni fa. Di comunicare di più. E' proprio quello che avevo in mente quando ho cominciato questo blog.
Se non ci fosse stata, avrei scritto un diario, come ho già fatto in altri anni. Solo per me ( il diario, dico). O per mio figlio che l'avrebbe letto dopo la mia morte.
Questo è il primo vero commento che ho ricevuto.
Grazie.